Il consigliere reggiano interroga la Giunta per dare pieno sostegno ai soggetti coinvolti e monitorare la dinamica della produzione di questa eccellenza enogastronomica locale
“Cosa vuole e può fare la Regione Emilia-Romagna per sostenere la filiera produttiva del Parmigiano Reggiano?”. A chiederlo è il consigliere regionale reggiano Andrea Costa che dedica a questa eccellenza del patrimonio enogastronomico emiliano una interrogazione. Viene segnalato il pesante calo delle quotazioni del Parmigiano Reggiano, determinato prevalentemente dall’incremento della produzione al di sopra delle soglie previste dai piani produttivi, ma anche dalle aspettative negative legate ai dazi imposti dal Governo americano e agli effetti della Brexit, cui si sono aggiunti negli ultimi mesi i timori di riduzione delle vendite all’estero a causa del lockdown.
“L’Assemblea Generale del Consorzio del Parmigiano Reggiano a giugno ha approvato le misure per sostenere il riequilibrio delle condizioni di mercato. A questo fine, 320mila forme saranno conservate, fatte stagionare più a lungo e reimmesse sul mercato nel momento in cui sarà possibile raggiungere una remunerazione più equa per il prodotto, secondo una manovra da 100 milioni di euro, a cui se ne aggiungeranno altri 70 provenienti dallo Stato. Un’operazione alla cui attuazione dovrebbero concorrere istituti di credito, chiamati a fornire al Consorzio la liquidità necessaria per l’acquisto delle 320mila forme” riporta Costa.
“La Regione Emilia-Romagna – è la posizione del consigliere democratico – dovrebbe presidiare nei prossimi mesi l’andamento del valore del Parmigiano Reggiano oltre ad agire per garantire benefici economici equi per tutti i soggetti coinvolti nella filiera, stando a fianco del Consorzio per monitorare l’attuazione del piano di acquisto delle 320mila forme”. Ma non solo, Costa infatti sottolinea come risulti “indispensabile avere immediata contezza della dinamica della produzione per l’anno in corso, assicurandosi che non si replichi una nuova sovraproduzione e mettendo in campo tutto ciò che può garantire la redditività di tutti i soggetti che operano nella filiera favorendo, con politiche attive, l’aggregazione dell’offerta, da sempre insufficiente in questo comparto”.
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