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  • Immagine del redattoreAndrea Costa

Tutela minori: i consiglieri reggiani di maggioranza netti contro le proposte delle opposizioni

Amico, Bondavalli, Costa, Mori e Soncini: “L’interesse di bambini e adolescenti viene prima di tutto. L’ideologia non prevale sul benessere delle persone in situazione di fragilità”


«I due progetti di legge fotocopia sul cosiddetto “allontanamento zero” che in Emilia-Romagna Lega e Fratelli d’Italia hanno presentato per -a loro dire- la tutela dei minori e delle famiglie, è profondamente ideologico e addirittura pericoloso. In Piemonte, dove è già stato approvato un provvedimento simile, questo tipo di approccio ha trovato la netta contrarietà di psicologi, giuristi e soprattutto delle ragazze e ragazzi che hanno vissuto direttamente l'esperienza dell'affido.»

I consiglieri regionali reggiani di maggioranza, Federico Amico, Stefania Bondavalli, Andrea Costa, Roberta Mori e Ottavia Soncini stigmatizzano le proposte delle opposizioni in tema di minori e affido.

«L'intento della destra – spiegano – non è quello di tutelare i diritti prioritari di minori che provengono da famiglie temporaneamente incapaci di prendersi cura di loro, ma quello di preservare esclusivamente e ad ogni costo il potere dei genitori, anche quando sono negligenti, violenti o abusanti.»

«È sbagliato l’approccio – dichiarano netti – perché le comunità devono farsi carico di più e non di meno del benessere dei minori, della loro salute e integrità. Per riuscirci, bisogna sicuramente supportare e accompagnare le famiglie, ma occorre una presa in carico oggettiva che parta dalla valutazione caso per caso delle situazioni specifiche di disagio o maltrattamento, senza superficiali generalizzazioni.

«In Emilia-Romagna – specificano i consiglieri reggiani di maggioranza – i servizi territoriali sociali e sociosanitari lavorano sulla base di linee guida solide che permettono questa valutazione personalizzata, da cui deriva l’intervento di tutela o sostegno più appropriato e, ove occorra, dell’affidamento temporaneo fuori dalla famiglia. Negare a priori, come da proposta della destra, l'allontanamento del minore pur quando necessario al suo benessere, prevedere l’affidamento nella rete familiare fino al quarto grado di parentela senza che tale affido dipenda da una valutazione specifica, non è altro che una forzatura della realtà e dei bisogni anche affettivi dei bambini e ragazzi».

Insomma, secondo Amico, Bondavalli, Costa, Mori e Soncini, è evidente il tentativo della destra di delegittimare le professionalità, i servizi e il sistema regionale di accoglienza e sostegno delle persone, in nome di una primazia tutta ideologica della famiglia naturale e dei legami di sangue. «L'obiettivo di ogni percorso è il rientro del minore nella sua famiglia. Tutti – sottolineano – ci auguriamo sempre che l’affido sia una soluzione estrema e temporanea, un periodo il più breve possibile che permetta di lavorare per ricucire la situazione di fragilità. Ed è quanto già previsto dalle leggi in vigore».

La domanda vera da porsi in ogni situazione è quale sia l’interesse dei bambini, bambine, adolescenti coinvolti, a maggior ragione in casi di violenza.

«Il nostro impegno – affermano i consiglieri reggiani – è sulla prevenzione e per un investimento serio sulla rete del welfare territoriale a supporto delle famiglie, per far crescere un sistema di accoglienza per i minori che integri gli aspetti sociali con quelli educativi e della salute. Le destre al governo del Paese, dunque, invece che lanciare “allarmi allontanamenti”, sospetti e proposte fuori dalla realtà, si preoccupino di sostenere il welfare universalistico e di migliorare l’apporto competente di professionisti e servizi, di associazioni, comunità e genitori affidatari che si occupano e pre-occupano ogni giorno dei bisogni espressi e urgenti di famiglie e minori in difficoltà.»

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